Sulla rivista Foreign Affairs è recentemente stato pubblicato un interessante contributo di Stephen Kotkin – uno storico, autore fra gli altri di un’importante biografia di Stalin. L’autore prospetta 5 interessanti scenari alternativi per la Russia, considerate la sua storia e soprattutto i recenti sviluppi:

 

Primo scenario: diventare un po’ come la Francia

Per quanto appaia azzardato il paragone, i due Paesi condividono alcuni caratteri che potrebbero condurre la Russia ad avere un’evoluzione simile a quella francese: una persistente tradizione monarchico-centralistica (curiosamente) unita ad una propensione rivoluzionaria di rovesciare periodicamente il proprio assetto costituzionale. Se la Russia trovasse il suo De Gaulle (cosa affatto probabile al momento, ahinoi), potrebbe guadagnare un suo posto fra le nazioni che, pur orgogliose del loro tumultuoso passato, sono aperte, rispettose della rule of law e prospere.

Secondo scenario: diventare insignificante

Di segno opposto, è l’ipotesi che la Russia si rintani in sé stessa. Già la sua popolazione è in calo (meno di 80 milioni di persone oggi, contro i 90 di vent’anni fa) e ciò significa soprattutto mancanza di forza-lavoro qualificata. L’industria resta distante dall’avanzare tecnologicamente e pure l’import di tecnologia esterna è oggi gravemente compromesso. Se continuasse a prevalere l’attuale narrativa anti-occidentale e la mistica euro-asiatica, i legami con il mondo che tutto sommato conta di più, continuerebbero ad allentarsi ed economia e cultura non potrebbero che regredire. In tal caso, lo scenario n. 3, come pure quelli n. 4 e 5, potrebbe costituire una logica evoluzione.

Terzo scenario: diventare Stato-vassallo

Qui entra in gioco soprattutto l’attuale trasporto dell’elite russa verso la Cina. Trasporto che precede le relazioni personali Putin-Xi, ma che è per certi versi sorprendente considerate le conflittuali relazioni storiche fra i due paesi. Quello che oggi è nuovo è che Xi, a differenza dei suoi predecessori Deng Xiaoping e Jiang Zemin, alimenta la polemica anti-USA di Putin a mostra verso questi un’attenzione inusitata (è stato calcolato che si son incontrati ufficialmente ben 42 volte). Il rapporto è comunque sbilanciato a favore della Cina e questo, se la Cina deciderà in tal senso, può condurre la Russi in quella che molti analisti hanno etichettato come situazione di vassallaggio.

Quarto scenario: diventare un’altra Korea del Nord

Come noto, la Cina ha un rapporto particolare e problematico con l’imprevedibile famiglia Kim. Nonostante la evidente dipendenza economica della N Korea dalla Cina, la prima ha dato dimostrazione di voler fare spesso di testa sua. E spesso i cinesi han dovuto far buon viso a cattiva sorte, visto che far saltare l’attuale regime significherebbe aprire la strada alla riunificazione del paese sotto controllo occidentale, in sostanza, a perdere la guerra degli anni ’50. La Cina potrebbe trovarsi in una situazione simile anche con la Russia (che con la N Korea condivide un regime maniacalmente  oppressivo, oltre che il possesso di armi nucleari). Potrebbe cioé trovarsi a sostenere la Russia (come fa con la N Korea),  a dispetto delle sue intemperanze, per il solo fatto che non può permettersi di lasciarla agli americani.

Quinto scenario: il caos

Oltre che generare caos in casa d’altri, la Russia potrebbe cader vittima del caos in casa propria, vuoi per tensioni interne fra fazioni (ricordiamoci l’ammutinamento di Prigozhin) o a causa di eventi non gestibili da un sistema inefficiente come quello russo. Qui le cose potrebbero veramente volgere al peggio, considerato l’arsenale nucleare di cui potrebbero disporre bande rivali.

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Kotkin termina la sua analisi sostanzialmente escludendo un sesto scenario – che poi è quello che invece viene sbandierato da Putin e suoi accoliti: una Russia felicemente a capo di un Sud del mondo opposto agli Stati occidentali.

Le ragioni? Intanto il preteso Sud globale non esiste né come organica entità né come unità d’intenti di Stati diversi. In secondo luogo, la Russia di fatto ha già fallito come soggetto amministratore di un’area che non sia quella moscovita (ricodiamoci la strada che han scelto i paesi oltre la Cortina di ferro e la sostanziale inconsistenza di Mosca nel Far East). Da ultimo, poi, il sistema economico russo è lungi dall’essere appetibile e difficilmente paesi come il Sud Africa e l’India potrebbero guardare alla Russia come ad un profittevole partner (al massimo, come fornitore di materie prime).

In conclusione, il consiglio di Kotkin all’Occidente per sperare che le cose volgano ad uno scenario tipo 1 (o più probabile di tipo 2) piuttosto che altri altri, è di quello di stare uniti ed esercitare pressione sulla Cina senza ovviamente arrivare ad un conflitto armato. Insomma, deterrenza e diplomazia. Il primo banco di prova è l’Ukraina.

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Author: Carlo Mosca

A lawyer specializing in international commercial transactions. Lexmill's founding partner.

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